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Anno 2007 | |
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Le calotte dei paracadute della Folgore, allestite per l’occasione,
hanno fatto da scenografia alla prima tavola rotonda italiana sulle
problematiche legate alla nutrizione dei paracadutisti militari, civili
e sportivi. La conferenza intitolata “L’alimentazione e la vita
operativa del paracadutista”, si è tenuta il 16 febbraio a Siena,
presso la caserma Bandini sede del 186° reggimento paracadutisti in
collaborazione con la brigata Folgore. L’appuntamento si configura come
un importante avvenimento anche per un altro motivo: la presentazione
di uno studio scientifico particolareggiato sulle abitudini
comportamentali degli specialisti dell’aria. Il nutrizionista parmense
Franco Tolentino, ha presentato l’esito di uno studio condotto su vari
soggetti dediti alla pratica della disciplina del paracadutismo,
rispondendo alle numerose domande dell’uditorio e delineando infine le
giuste direttive per affrontare le problematiche legate all’argomento.
![]() Correlatore il capitano Paolo Filippini, senese pluricampione mondiale e membro della sezione di paracadutismo sportivo dell’Esercito Italiano, il quale, con l’ausilio di un filmato, ha proposto un excursus sulle caratteristiche tecniche delle discipline classiche del paracadutismo sportivo (precisione in atterraggio e stile in caduta libera), focalizzando l’attenzione sulle esigenze alimentari degli atleti, sia nel contesto addestrativo che in ambito competitivo a basso e alto profilo. Tra gli ospiti presenti in sala, due rappresentanti del Comando logistico dell’Esercito: il colonnello Domenico Visaggio (capo ufficio materiali di commissariato) e il tenente colonnello Francesco Fabiani (addetto alla sezione vettovagliamento dell’ufficio di commissariato), giunti da Roma per assistere alla relazione del noto biologo. A fare gli onori di casa, il comandante del 186° reggimento, colonnello Manlio Scopigno, che si è detto particolarmente soddisfatto per la possibilità di ospitare la conferenza presso il suo reparto. “Al giorno d’oggi – ha spiegato il colonnello - siamo costantemente impegnati su tematiche come: le guerre asimmetriche, i negoziati sul bando agli armamenti nello spazio e i piani operativi relativi la guerra globale al terrorismo. Tutti questi fenomeni e fattori tuttavia girano attorno a un unico soggetto troppo spesso messo a margine: l’essere umano. Per questo motivo – ha continuato il comandante - abbiamo riconsiderato la ‘risorsa umana’ impiegata nei teatri operativi, riconsegnandogli il ruolo dell’uomo prima e del militare poi”. L’iniziativa a carattere tecnico-scientifico rappresenta un’ulteriore conferma circa la tendenza della brigata Folgore a precorrere i tempi e delineare così i nuovi indirizzi d’orientamento in modo speculare rispetto alle dottrine Nato. La finalità di questa conferenza è stata quella di avviare una piattaforma di confronto tra i paracadutisti, gli esperti della nutrizione e i tecnici, sia sotto il profilo militare che sportivo. Per motivi pedagogici la relazione del nutrizionista, completata da vari filmati, è stata suddivisa in due parti: nella prima l’attenzione è stata focalizzata sulle caratteristiche del corpo umano, le sue esigenze alimentari e l’analisi dei vari gruppi di alimenti. Nella seconda presentazione, invece, il biologo ha argomentato ripercorrendo i criteri dell’attuale alimentazione dei paracadutisti (reso più completo grazie anche a un confronto diretto con il pubblico), soffermandosi sulla ricerca di eventuali errori e valutando così il rischio maggiore al quale lo stato di salute può essere sottoposto. Il risultato finale ha portato a individuare nello stress psichico, fisico e molecolare, il vero rischio. Sulla base degli interventi dei paracadutisti presenti alla conferenza e del racconto delle proprie esperienze e difficoltà, il dottor Tolentino ha approfondito il meccanismo dello stress: lo stress ossidativo, i radicali liberi e il meccanismo dell’apoptosi. La relazione è stata completata con un consiglio di natura comportamentale sul maggior utilizzo da parte dei paracadutisti di alimenti ricchi in antiossidanti. “Un regime alimentare scorretto – ha puntualizzato il dottor Tolentino presentando alcuni filmati – porta inesorabilmente al manifestarsi di patologie via via cronicizzabili a distanza di anni, cosa da non sottovalutare soprattutto per chi, come i paracadutisti, hanno un modus vivendi intenso e spesso troppo stressante. Sono da eliminare le cattive abitudini come: la limitatezza delle ore di sonno, i digiuni, la scarsa idratazione (l’atto del dissetarsi è più importante di quanto si pensi) o l’eccessivo uso di caffeina, mentre è opportuno integrare la propria alimentazione con un apporto calorico misurato in funzione delle attività operative, contestualizzando se in teatro d’operazione o presso il proprio reparto di appartenenza in patria”. “La relazione cibo-corpo – ha continuato il biologo - così come la relazione cibo-psiche, sono legami ormai acclarati, pertanto possiamo tramutare tutto in un’unità tale da farci un’idea olistica della nostra vita”. Il confronto tematico tra le persone partecipanti all’evento, compresi gli ospiti giunti da Roma, ha avuto degli ottimi esiti, al punto che si potrebbe ritenere troppo limitante un singolo giorno di lavori. “E’ bene precisare – ha spiegato Tolentino rivolgendosi ai paracadutisti - che alcune condizioni di vita possono essere più a rischio rispetto ad altre e quella della vita militare è sicuramente tra le più difficili. Questo non deve giustificare un atteggiamento di disinteresse nei confronti del militare (che tra l’altro è pronto a dare la vita per il Paese) rispetto ai carichi di lavoro, ma rende necessaria la ricerca di strategie tali da assicurargli uno stato di salute ottimale. Questa finalità ha anche determinato la scelta del titolo del convegno: alimentazione e vita operativa del paracadutista”. L’altro punto cardine della conferenza è stato il rapporto tra attività fisica e peso ideale, che ha sfatato molti luoghi comuni. “In effetti – ha commentato il dottore rispondendo a varie domande - non basta avere un peso ideale per assicurarsi un buono stato di salute, ma bisogna pensare prima di tutto al mantenimento delle giuste proporzioni tra massa adiposa, massa muscolare e magra in generale”. La resistenza dimostrata in lunghe ore di allenamento e l’ago della bilancia che propende per le giuste aspettative dell’individuo dunque non bastano; occorre analizzare al meglio il proprio stato di salute e benessere psico-fisico, ma soprattutto guardare con più attenzione ai segnali che il corpo ci invia nel corso della giornata. “Stanchezza fisica, improvvisa indolenza e affaticamento psicologico sono fattori da non sottovalutare – ha concluso il biologo rivolgendosi ai militari – sono spie importanti che provengono dal nostro organismo, da analizzare opportunamente in modo da assicurarci una vita attiva e dinamica, protesi verso operazioni e piani addestrativi ad alto profilo, ma senza mettere a rischio la nostra salute”.
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